VALENTANO NEL MONDO, IL MONDO A VALENTANO (Pt. 2)

Seconda Puntata: Il caso della Targa dedicata a Giordano Bruno dall’Associazione Libero Pensiero

Nel 1929 Mussolini e il Cardinale Gasparri firmarono i Patti Lateranensi ponendo termine a un cinquantennio di diatribe tra il Regno d’Italia e la Chiesa Romana. Ma se pace era fatta nelle sale del potere, le piazze cittadine italiane ribollivano già da qualche anno di schiamazzi e discussioni: laicisti e cattolici intransigenti si scontravano animosamente. Tali eventi invasero anche un piccolo paese dell’Alto Lazio, Valentano. La cittadina ospitava da tempo l’Associazione Libero Pensiero dedicata a Giordano Bruno (*) che promuoveva con fervore un pensiero laico. Già nel 1919, infatti, tale associazione richiese al Comune di intitolare una via cittadina (precisamente Via del Solleone) ed una targa commemorativa da porre nel porticato del Municipio al filosofo Nolano.

Il Commissario Comunale Angelo Rosati, invece, suggerì una nuova opzione per l’ubicazione delle targhe vista la recente demolizione del Carcere Mandamentale e deliberò: “non ha quello spazio avuto (lato destro all’ingresso di Porta Magenta fino all’altezza del bar Rosati) ancora una denominazione, sia a preferirsi [questo] che in luogo di cambiare nome all’antica via del Solleone” e pertanto si è ritenuto “poi conveniente e opportuno che la lapide come sopra proposta sia collocata sotto la targa che denominerà il largo suddetto.” Il verbale della Giunta si conclude subordinando la esecuzione della delibera a dopo le elezioni politiche. Il visto del Sottoprefetto di Viterbo reca la data del 20 novembre (**) [Archivio Comunale di Valentano, Deliberazioni della Giunta Municipale 1919-1925, G.6,  p. n.n].

Targa dedicata a Giordano Bruno – Associazione Valentanese del Libero Pensiero 1929

Fu così che nei mesi successivi il Comune intitolò l’attuale Largo Paolo Ruffini al Nolano: il 25 Agosto il perito del comune Domenico Simoni corrispose 45 lire al Laboratorio Marmi e Pietre di Alfredo Maggini di Viterbo per la realizzazione della targa toponomastica in marmo. Grazie alle testimonianze orali giunte fino a noi, sappiamo che la targa toponomastica e quella celebrativa erano poste alla stessa altezza, e non subordinate una a l’altra come aveva suggerito il Commissario. Entrambe erano poste nel settore del Largo dove un tempo si innalzavano le mura medievali ma attualmente al loro posto troviamo un grande edificio realizzato negli anni Sessanta. Dove sono attualmente le targhe? Cosa è successo?

In questa foto risalente ai primi anni Cinquanta, è possibile vedere evidenziata sulla destra la posizione originaria della targa.

Sappiamo per certo che le celebrazioni per l’inaugurazione della targa slittarono per le forti tensioni dal 23 Maggio al 10 Giugno 1920. Per alcuni anni le targhe osservarono e furono osservate dalla vita del paese, fino a quando in una data imprecisata furono rimosse con la violenza: si arrivò al punto di utilizzare per lo scopo dei colpi di pistola. Due furono le piste che vennero seguite in seguito al misfatto: una vedeva coinvolti i fascisti, l’altra Giovanni Donati.

Le accuse rivolte verso quest’ultimo, tuttavia, risultano piuttosto sterili visto che il Donati, riconosciuto da tutti i concittadini come socialista non poteva che guardare con simpatia la figura del Nolano. Più concreta risulta, invece, la pista fascista che oltre ad essere supportata da numerose testimonianze, appare in sintonia con un fatto storico importante: nel 1925 il Regime aveva dichiarato antinazionale l’Associazione Libero Pensiero che per questo fu abolita.

Giordano Bruno ancora una volta suscitava timore nei confronti del pensiero chiuso e dogmatico tipico dei regimi dittatoriali, ancora una volta terrorizzava la mano ed il cuore degli esecutori della condanna: “Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla.”

 

Fabrizio Mancini

Raffaele Colantuoni Romagnoli

 

(*)       Giordano Bruno (1548-1600), monaco e filosofo, fu condannato al rogo dalla Santa Inquisizione per le sue idee panteistiche e l’esistenza di “infiniti mondi”, arso vivo a Campo dei Fiori a Roma divenne immediatamente un’icona del libero pensiero.

(**)     Cfr, B. Mancini, La Targa commemorativa a Giordano Bruno, in La Logetta, n.106, a. XXI n. 1, gen-mar. 2016, pp. 103-04.

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