VALENTANO NEL MONDO, IL MONDO A VALENTANO (Pt. 6)

Giordano Starnini: storia di un valentanese
“eroe dei due mondi”

Valentano e Morata de Tajuña, “soli” 1881 km di distanza e un filo che li unisce.
Ma facciamo un passo alla volta. La nostra storia inizia il 23 Dicembre 1907 quando alle sei del Mattino nasce a Valentano Giordano Bruno Nolano Starnini. Figlio di Cesare Starnini e Domenica Rosati, Giordano con un nome come cosi impetuoso non poteva certo condurre una vita tranquilla. Abbracciando le idee socialiste,negli anni che vedono sorgere e affermarsi la dittatura Fascista, il giovane Starnini emigra a Troyes, in Francia, con lo zio Oreste dove svolge l’attività di calzolaio e dove frequenta un circolo cattolico. Il legame con lo zio sarà talmente forte che Giordano verrà adottato da quest’ultimo come figlio. Come Giordano anche lo zio, e padre adottivo Oreste Donati, è legato al partito socialista tanto da militare nella Resistenza Francese negli anni dell’occupazione Nazista in terra d’Oltralpe guadagnandosi la Medaglia d’Oro per le sue imprese.

Nel 1932, Starnini capeggia una manifestazione contro il Console italiano, in occasione dell’inaugurazione della “Casa degli italiani”, e viene per questo arrestato ed espulso in Belgio dove mantiene i contatti con il Partito Socialista. Rientra successivamente in terra francese dove diffonde il giornale “L’Avanti” e milita nel LIDU (Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo) che dal 1923 si era trasferita a Parigi visto l’ambiente ostile creato in Italia dal Fascismo. Mentre Starnini si agitava in Francia, la situazione politica in Spagna era in fermento: nel 1931 con l’esilio volontario del Re Alfonso XIII si era formata la Seconda Repubblica. Dopo un biennio di potere socialista segnato da politiche anti religiose (spesso violente) e riforme agrarie il governo passò nelle mani della destra che iniziò a sospendere parte delle riforme avviate dalla sinistra : questo suscitò il malcontento delle classi lavoratrici, scoppiarono molte sommosse tra cui spicca per violenza quella del 1934 nelle Asturie che fu duramente repressa dal Governo centrale di Madrid.

Giordano Starnini

Dopo una serie di crisi governative il potere passò nelle mani del Frente Popular, ma la situazione era gravissima: molti sostenitori della nuova classe governante assaltarono chiese e grandi proprietà private, si verificarono scontri tra falangisti ed operai e tra socialisti ed anarchici. Questa situazione caotica favorì il golpe organizzato del General Francisco Franco che dal Marocco iniziò la campagna militare contro la Repubblica. Franco oltre l’appoggio di gran parte dell’esercito poté contare sugli aiuti militari ed economici dell’Italia Fascista e la Germania Nazista che poté sperimentare in territorio iberico la violenza distruttrice delle proprie armi che negli anni successivi avrebbero insanguinato l’Europa e l’Africa. La Repubblica invece poté contare sull’appoggio della stragrande maggioranza della popolazione spagnola e dai volontari antifascisti provenienti da tutto il mondo.

 

Si formarono cosi le Brigate Internazionali: 59000 volontari  di diversa nazionalità giunsero in Spagna per fermare l’avanzata Franchista. Anche combattenti italiani si presentarono in terra iberica: tra i 4050 italiani brigatisti svetta la presenza del valentanese Giordano Starnini. Affermava Starnini nel 1937:”Non ho fatto il servizio militare,ma sono giovane; in buona salute e ho qualche nozione di chimica. Con un mese di istruzione militare posso diventare un buon soldato come gli altri volontari. Fatemi partire

 

Gruppo di volontari italiani presso Morata de Tajuña 

Arrivato in Spagna, nel gennaio del 1937 entra a far parte della XV Brigata internazionale, battaglione Dimitrov. La composizione nazionale dei combattenti della Brigata risulta mista: britannici,statunitensi, canadesi, jugoslavi,greci ed italiani … per un totale di 26 nazionalità differenti. Il battesimo di fuoco della Brigata avvenne il mese successivo. Nonostante la scarsa preparazione allo scontro la XV Brigata fu inviata nel febbraio del 1937 a fermare l’avanzata franchista volta a conquistare la capitale spagnola, Madrid. Lo scontro che seguì, la battaglia del Jarama (6-27 febbraio), fu uno dei capitoli più sanguinosi della Guerra Civil: sommando le perdite di entrambi gli schieramenti si arriva a circa  20000 uomini tra morti,feriti e prigionieri. La battaglia risultò favorevole al bando repubblicano: una vittoria strategica che fermò l’avanzata nazionalista. Il mese successivo, presso Guadalajara, un’altra violenta battaglia vide schierarsi su posizioni opposte italiani contro altri italiani: una guerra civile all’interno di un’altra guerra civile.

Manifesti Repubblicani

La battaglia di Guadalajara risultò come una delle poche vittorie repubblicane sopra l’esercito invasore: per celebrare la vittoria i repubblicani ripresero e modificarono con un testo ironico la canzone “Faccetta Nera” e lo stesso fecero i fascisti spagnoli per ridicolizzare i commilitoni italiani battuti da un esercito di volontari. Giordano Starnini non partecipò alla battaglia di Guadalajara, tuttavia per gli italiani questo scontro fu particolarmente significativo. La vita di Giordano Starnini terminò il giorno 5 di Aprile 1937, Pietro Nenni, futuro Vicepresidente del Consiglio, scriverà una lettera alla famiglia per comunicare il decesso del combattente mentre svolgeva il suo compito di sentinella nei pressi di Morata de Tajuña. Fu sepolto nel cimitero della Città, ma una volta terminata e vinta la guerra nel 1939 Franco ripulì i cimiteri dalle tombe dei repubblicani, gettando i resti in fosse comuni. Nel 2004 fu eretta una lapide commemorativa sulla fossa comune dei volontari repubblicani nel campo santo di Morata de Tajuña, ma come disse Juan Paredes Manot : “Mañana cuando yo muera, no me vengais a llorar . Nunca estaré bajo tierra. Soy viento de libertad.”

Fossa comune presso Morata de Tajuña

 

Quiero hacer publico mi agradecimento a la Asociacion de Amigos de las Brigadas Internacionales (AABI) por la ayuda y la paciencia que me ha prestado para llevar a cabo este articulo.

Fabrizio Mancini

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